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Cybersquatting: cos’è e come difendere il tuo dominio

Nov 19, 2025 11 min di lettura Noel Nuccioni
illustrazione che mostra un indirizzo web con un lucchetto e una password occultata a simboleggiare sicurezza

Per la maggior parte delle persone, creare un brand e trovare il nome perfetto è un po’ come la favola di Riccioli d’Oro e i tre orsi. Un nome è troppo lungo, un altro non suona bene, un altro è troppo serio, un altro non è abbastanza memorabile. Richiede tempo, creatività, energie e moltissimo brainstorming. Motivo per cui è estremamente frustrante quando finalmente troviamo l’equilibrio giusto con il nome perfetto, solo per scoprire che qualcuno ci ha battuto sul tempo e ha già occupato il dominio

Peggio ancora, a volte non si tratta di un’azienda legittima, ma di un terzo che offre di cedere il dominio per migliaia di euro. Oppure può accadere che, con un’attività già avviata e un dominio consolidato, scopriamo che qualcuno sta usando una versione leggermente diversa del nostro dominio per attirare i nostri clienti su un sito falso. Tutto questo è parte del frustrante mondo del domain squatting, anche conosciuto come cybersquatting.

E attenzione a non commettere l’errore di pensare che questi siano problemi solo per le grandi aziende. Al giorno d’oggi, i domain squatters sono più rapidi e astuti che mai, e possono rappresentare una minaccia anche per le piccole imprese, che spesso non hanno risorse per affrontare lunghe battaglie legali. La chiave è invece giocare d’anticipo e acquisire le conoscenze necessarie per prevenire questi rischi.

Questa guida ti spiega tutto ciò che serve nel contesto attuale: cos’è davvero il domain squatting, cosa non lo è, quali passi intelligenti puoi fare subito per proteggere la tua attività e come agire se necessario. Così, sarai pronto a difendere il tuo brand senza sorprese e a far crescere la tua presenza digitale in sicurezza.

Il quadro essenziale

Cos’è il cybersquatting: Quando qualcuno registra un dominio identico o simile ad un brand con l’obiettivo di ingannare utenti, rivendere il dominio o sfruttarne la reputazione.

Come riconoscerlo: Se c’è intenzione di creare confusione, sottrarre traffico o ricattare economicamente, non si tratta di una coincidenza ma di squatting.

Tipologie più comuni: Typosquatting, name-jacking, combosquatting e reverse-cybersquatting, tutte varianti che possono danneggiare brand e clienti.

Perché è un problema serio: Il cybersquatting può confondere gli utenti, indebolire la reputazione, generare costi elevati e rallentare la crescita del brand, soprattutto per PMI e professionisti.

Come proteggersi e reagire: Agire in anticipo registrando marchio e domini chiave, usare strumenti di sicurezza del registrar, monitorare il web e, se necessario, negoziare o avviare procedure UDRP o presso il Registro .it per recuperare un dominio.

Cos’è il cybersquatting?

Il cybersquatting, noto anche come domain squatting, è l’occupazione abusiva di un dominio web. Nasce quando qualcuno registra il dominio di un marchio, di un’azienda o di un prodotto già esistente (o un dominio molto simile) con lo scopo di ingannare potenziali clienti.

In molti casi questi registranti attendono che il proprietario del marchio li contatti e provi a comprare il dominio a un prezzo gonfiato, oppure lo usano per intercettare traffico destinato al vero sito. Per chi gestisce un’attività, piccola o grande che sia, è un’intrusione spiacevole e talvolta dispendiosa in quanto a tempo e denaro.

Per evitare battaglie legali inutili, però, è importante distinguere questo comportamento da un normale conflitto di nomi o casi di domaining. Il cybersquatting richiede l’intenzione di agire in mala fede. Senza questo, non c’è abuso. È possibile che qualcuno registri un dominio che coincide con il tuo brand per ragioni assolutamente legittime, come un’attività pre-esistente o un progetto personale. 

Esiste anche una categoria professionale perfettamente lecita, quella dei domain investor, che acquistano domini generici e altamente brandizzabili come si farebbe con terreni edificabili.

La linea di confine, quindi, è sempre l’intento. Se un dominio viene registrato per ostacolare un marchio, sottrarre traffico, creare confusione o rivenderlo al legittimo titolare con un margine indebito, ci troviamo di fronte al cybersquatting

Se invece il dominio è generico, non richiama in modo diretto un marchio registrato e non c’è tentativo di inganno o estorsione, siamo nel territorio del domaining. E quando il nome coincide con un brand per puro caso, la questione è solo una sfortunata sovrapposizione.

I tipi di cybersquatting

Il cybersquatting può assumere molte forme diverse e conoscerle aiuta a captare subito un potenziale abuso e a capire quanto può danneggiare il tuo brand.

schema che riassume i 4 tipi di cybersquatting utilizzando gli esempi riportati in seguito dall'articolo

1. Typosquatting

    Il typosquatting si basa sugli errori di digitazione: un “typo” è un errore di battitura in ingelse. Il truffatore registra un dominio quasi identico all’originale, contando sul fatto che gli utenti sbaglino una lettera o invertano due caratteri. L’obiettivo è catturare traffico destinato al sito autentico o spingere l’utente verso contenuti ingannevoli.

    Un esempio fittizio rende la dinamica immediata: immaginiamo che la tua azienda utilizzi il dominio casalelimoncello.it. Un typosquatter potrebbe registrare casalelimoncelli.it o casalemoncello.it, cambiando appena l’ordine delle lettere. Chi digita velocemente finisce sulla copia e il malintenzionato guadagna visibilità non sua.

    2. Name-jacking

      Nel name-jacking il dominio sfrutta il nome di una persona reale ed è quindi un’appropriazione di identità digitale. Si registra un dominio che coincide con il nome di una figura riconoscibile, spesso una celebrità o un professionista, per sfruttarne la reputazione o influenzarne il pubblico.

      Immaginiamo una consulente chiamata Sara Donelli, conosciuta nel suo settore. Un caso di name-jacking sarebbe qualcuno che registri saradonelli.it senza alcuna relazione con lei, ma pubblichi contenuti che lasciano intendere che si tratta proprio della consulente.

      3. Combosquatting

        Il combosquatting aggiunge una parola al nome del marchio per creare un dominio che appare plausibile, quasi ufficiale. Il dominio non è dunque identico, ma sembra comunque legittimo a occhi distratti.

        Facciamo un altro esempio con un hotel fittizio il cui sito è villaperotti.it. Un attore in mala fede potrebbe registrare villaperotti-hotel.it. Per un utente di passaggio, potrebbe sembrare un’estensione naturale del sito originale.

        4. Reverse-cybersquatting

          Il reverse-cybersquatting è l’inversione del copione. Qui è un’azienda fittizia che tenta di sottrarre un dominio legittimo a chi lo possiede, sostenendo in modo improprio che si tratti di cybersquatting.

          Per esempio, mettiamo che un freelance registri il dominio maestrale.it per un progetto personale. Qualcuno potrebbe registrare una nuova azienda chiamata Maestrale e tentare di ottenere quel dominio accusandolo di squatting, pur sapendo che il registrante lo usava ben prima e senza alcun intento ingannevole.

          Le conseguenze del domain squatting

          Quando qualcuno si impossessa del dominio che coincide con il tuo nome o lo imita con successo, il danno può essere notevole. Il domain squatting:

          • Confonde i clienti
          • Altera la percezione del brand, creando una frattura tra ciò che vuoi comunicare e ciò che gli utenti vedono
          • Erode la reputazione e la fiducia nel tuo brand
          • Implica costi non sostenibili
          • Causa perdite di tempo sostanziose

          Il cybersquatting ha quindi conseguenze non solo immateriali (danni al branding) ma anche tangibili (sprechi di tempo e denaro). Questo è perchè a volte lo squatter mira a contrattare una somma sorprendentemente alta per farti riottenere ciò che rappresenta te o la tua attività. Per una piccola impresa, una startup o un professionista che sta costruendo la propria presenza online, questi costi possono essere invalidanti.

          Quando le pretese diventano eccessive, l’unica strada è muoversi sul piano legale. Ma le procedure di questo genere richiedono tempo e attenzione, due risorse che un’azienda giovane preferirebbe investire in crescita. Nel frattempo il tuo pubblico rimane disorientato e può convincersi che il tuo brand non sia affidabile.

          In sintesi, il domain squatting è un rallentamento sostanzioso proprio nel momento in cui il tuo marchio potrebbe iniziare a espandersi.

          Legislazioni anti-cybersquatting

          In Italia esistono diversi strumenti normativi che mirano a proteggere i marchi, i nomi aziendali e le identità digitali dagli abusi di cybersquatting. Non siamo avvocati e non possiamo darti consigli legali, ma possiamo spiegarti le principali leggi in modo semplice, così da farti un’idea.

          • Codice della Proprietà Industriale, o CPI (D.Lgs. n. 30/2005)

          Il CPI, forse lo strumento più rilevante per proteggere i marchi registrati, definisce i “segni distintivi” (marchio, nome aziendale, logo) e prevede che chi registra un marchio possa vietare ad altri di usare segni simili che creano confusione tra il pubblico, permettendo anche il risarcimento dei danni a chi subisce un abuso di marchio. 

          Se qualcuno registra un dominio che viola il tuo marchio, come titolare puoi chiedere l’inibitoria, cioè che il giudice ordini il ritiro e la cessazione del dominio venga.

          • Codice Penale – art. 640 (“Truffa”)

          Secondo l’articolo 640 del Codice Penale, la registrazione di un dominio con l’intento di ingannare o di ottenere un profitto illecito può configurare una truffa e può essere punito con la reclusione (da 6 mesi a 3 anni) e una multa.

          • Procedure extragiudiziali

          Per i domini con estensione italiana (cioè .it), è previsto un sistema di risoluzione stragiudiziale tramite il Registro .it. 

          Se puoi dimostrare che un dominio ti “appartiene” per diritto di marchio o in altri termini, puoi richiederne la riassegnazione presso la Camera Arbitrale di Milano. Questo percorso è spesso più rapido e meno costoso rispetto a una causa civile, ed è pensato proprio per casi di cybersquatting. 

          A livello internazionale, se il dominio è .com o altri generici, puoi usare la UDRP (Uniform Domain Name Dispute Resolution Policy) gestita dalla OMPI-WIPO (World Intellectual Property Organization), per richiedere la cancellazione o il trasferimento del dominio abusivo. 

          Insomma, i quadri normativi italiano e internazionale offrono una serie di strumenti per combattere il cybersquatting e proteggere i diritti di marchio. Tuttavia, come già avrai capito, la scelta più efficace, veloce e meno dispendiosa è una strategia preventiva, che vedremo tra poco.

          Casi famosi di domain squatting

          Il domain squatting non risparmia nessuno. Dalle startup ai colossi internazionali, persino le celebrità ne possono essere vittime. In questa sezione vediamo alcuni degli esempi più curiosi degli ultimi decenni e scopriamo le conseguenze, i costi di recupero e le tempistiche di questi casi di cybersquatting.

          Nissan.com
          Iniziamo con un caso fortuito di omonimità piuttosto che di cybersquatting. Negli anni ’90, Uzi Nissan registrò nissan.com per il suo negozio di riparazioni di computer. Il marchio di auto, Nissan Motor Corporation, tentò nel corso degli anni di fare pressione legale sul signor Nissan, ma Uzi mantenne legalmente il dominio che, dopo tutto, era il suo nome. 

          Madonna.com
          Negli anni 2000, un individuo registrò il dominio madonna.com e lo riempì di contenuti espliciti. La popstar presentò un reclamo ai sensi dell’UDRP nel luglio dello stesso anno e vinse la disputa ad ottobre, dopo che furono esposte le evidenti prove di malafede. Il dominio appartiene ancora oggi alla pop star.

          MikeRoweSoft.com
          Nel 2003, un diciassettenne canadese, Mike Rowe, creò il sito mikerowesoft.com: un nome umoristico, visto che la pronuncia inglese di “Mike Rowe Soft” è identica a “Microsoft”. La multinazionale informatica non apprezzò il gioco di parole e fece ricorso nel 2004, ma dopo aver ricevuto non poca attenzione mediatica, Microsoft ammorbidì la propria posizione e raggiunse un accordo amichevole. Ad oggi, l’indirizzo MikeRoweSoft.com riporta al sito di Microsoft.

          Meno amichevole fu invece un caso del 2011, in cui Microsoft vinse la causa contro due uomini che aiutavano terzi a registrare domini che violavano i marchi Microsoft (tramite typosquatting o altri metodi).

          Tesla.com
          Fino a poco tempo fa, Tesla Motors operava sotto il dominio teslamotors.com anziché tesla.com poiché il dominio era occupato da un tale Stuart Grossman, che nutriva un forte interesse personale per Nikola Tesla e aveva registrato il sito negli anni ‘90. Solo dopo anni di negoziazioni complicate e 11 milioni di dollari, il marchio Tesla riuscì ad acquisire il dominio: una lezione su quanti problemi possa causare arrivare tardi per il dominio perfetto.

          Tiktoks.com
          Anticipando il successo dell’app TikTok, nel 2020 due australiani registrarono il dominio tiktoks.com, stabilendo un sito di servizi “follow-for-follow”. La società madre di TikTok, ByteDance, offrì loro 145.000 dollari per la cessione del dominio, ma i due rifiutarono. Fu così che ByteDance presentò un reclamo per cybersquatting tramite una commissione amministrativa dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI-WIPO). Il dominio fu trasferito a ByteDance.

          Leonardo DiCaprio Foundation
          In agosto 2022, l’organizzazione dedicata alla promozione della consapevolezza ambientale lasciò scadere il suo dominio ldcfoundation.org, che fu subito acquisito da un nuovo registrante. A giugno 2023, l’OMPI riconobbe la cattiva fede e restituì il dominio a DiCaprio, ma la controversia era già durata quasi un anno.

          Come prevenire il domain-squatting

          Quando si parla di domain squatting, la prevenzione è la strategia più efficace. Iniziare a proteggere i tuoi domini nelle prime fasi della costruzione del brand è fondamentale per risparmiarti problemi legali, perdite di traffico e spese inutili.

          1. Stabilisci subito la tua brand identity

          Proteggere la tua identità di brand è il primo passo per evitare il domain squatting. Ecco come farlo in modo chiaro e concreto:

          • Scegli un nome distintivo: Opta per un nome memorabile, facile da pronunciare e difficile da confondere con altri. Evita nomi troppo generici o descrittivi, che altri potrebbero facilmente imitare o adottare.
          • Verifica la disponibilità del marchio: Prima di innamorarti del nome, controlla che non sia già registrato. In Italia, puoi fare una ricerca attraverso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM), oppure verificare i marchi a livello europeo tramite l’EUIPO
          • Registra la tua ragione sociale e il marchio: La registrazione del marchio offre una protezione legale solida, ma richiede tempo e risorse. Se non sei pronto per la registrazione, devi comunque formalizzare il nome della tua impresa presso la Camera di Commercio, creando così l’identità ufficiale della tua attività.

          Seguire questi passi fin dall’inizio ti mette nella posizione migliore per difendere il tuo dominio e ridurre al minimo i rischi di squatting.

          2. Lavora con un registrar affidabile

          Affidarsi a un registrar solido, come SiteGround, significa avere strumenti e protezioni che riducono il rischio di domain squatting e furti digitali. Ecco come sfruttare al meglio queste risorse:

          • Attiva la privacy del dominio: Senza protezione, i tuoi dati personali (nome, email, telefono) compaiono nel database pubblico WHOIS. La privacy del dominio li nasconde, proteggendoti da spam, truffe e squatters che monitorano nuove registrazioni.
          • Usa il domain locking: Il blocco del dominio impedisce trasferimenti non autorizzati. È una misura semplice ma efficace per fermare chi tenta di sottrarre il tuo dominio senza permesso.
          • Abilita l’autenticazione a due fattori: Aggiunge un livello extra di sicurezza al tuo account registrar, riducendo il rischio di accessi non autorizzati e potenziali furti del dominio.
          • Supporto clienti sempre disponibile: Affrontare problemi di cybersquatting può essere stressante. Un supporto esperto e attivo 24/7 garantisce un’assistenza rapida per proteggere il brand e mantenere attivo il tuo sito.
          screenshot della pagina del registrar di SiteGround

          SiteGround offre tutte queste protezioni: privacy gratuita per il primo anno, domain locking, autenticazione a due fattori e supporto dedicato. In più, è una piattaforma completa per la crescita online: registrazione domini, hosting, website builder intuitivo e email professionali, tutto in un unico posto.

          3. Blocca i domini chiave

          Il passo successivo è ridurre le opportunità per gli squatters e assicurarti che nessuno si approfitti del tuo marchio.

          • Acquista il dominio principale
            Il tuo dominio principale, quello che coincide esattamente con il nome del brand, è la tua base online. Registra e acquista il tuo dominio subito, preferibilmente con estensione .it o .com, le più riconosciute e affidabili in Italia e nel mondo.
          • Registra errori di battitura e varianti comuni
            Gli utenti sbagliano a digitare: inevitabile. Acquistare domini che includono errori di ortografia, plurali o leggere variazioni evita che i visitatori finiscano su siti di squatters o concorrenti. È un piccolo investimento che può salvarti da problemi e traffico perso in futuro.
          • Considera più estensioni (TLD)
            Oltre a .com e .it, valuta altre estensioni come .net, .co, .biz, o specifiche di settore come .tech o .store. Registrare il nome su più TLD blocca gli squatters e ti offre flessibilità per campagne marketing future o nuove linee di business.
          screenshot dal registrar di SiteGround, dove viene mostrato il dominio richiesto "ildominioperfetto.it" e tutte le varianti con altre estensioni come .com .eu .net .org .blog .agency, etc

          4. Prendi il nome sui social

          Proprio come il domain squatting, esiste il social media handle squatting: qualcuno registra il nome del tuo brand sulle piattaforme social per bloccarti o trarre profitto dal tuo successo.

          Per questo, assicurati di riservare fin da subito gli username principali su tutti i canali più importanti: Instagram, Facebook, LinkedIn, YouTube, TikTok, Twitter/X e qualsiasi piattaforma rilevante per il tuo pubblico. 

          composizione che mostra screenshot di diverse pagine social di SiteGround in diverse lingue, tutte con nomi account e handle consistenti con il brand

          Avere nomi coerenti e uniformi rafforza la tua identità digitale e la fiducia dei clienti, ma soprattutto riduce il rischio di confusione o di imitazioni dannose.

          5. Monitora con allerte

          Anche dopo aver registrato domini e username social, è sempre bene restare vigili, soprattutto se la tua attività sta crescendo. Per intercettare problemi prima che diventino tali, imposta le allerte giuste.

          • Servizi di monitoraggio dei domini: Esistono strumenti specializzati che controllano le nuove registrazioni simili al tuo brand. Se qualcuno registra un dominio sospetto, riceverai un avviso immediato, così potrai intervenire rapidamente.
          • Google Alerts per il tuo brand: Imposta allerte per il nome del tuo brand, varianti comuni e parole chiave correlate. In questo modo sarai informato se il tuo nome viene utilizzato in contesti inattesi, individuando rapidamente squatting sui social, account falsi o pubblicità negativa.
          screenshot della pagina Google Alerts

          Cosa fare se sei vittima di cybersquatting

          Se ti ritrovi vittima di domain squatting, typosquatting o anche solo se trovi che il dominio che desideri è già in uso, non serve farsi prendere dal panico. Ci sono azioni mirate che possono aiutarti a proteggere il tuo brand e, se necessario, recuperare il dominio. Procediamo passo a passo.

          1. Investiga il proprietario del dominio

          Il primo passo è capire chi possiede il dominio:

          • Verifica il proprietario con WHOIS:  Usa strumenti di WHOIS lookup per accedere ai dati pubblici di registrazione, come nome del proprietario, contatti e data di registrazione. Queste informazioni aiutano a capire se si tratta di un individuo, un’azienda o di un possibile domain squatter.
          • Controlla la storia del dominio: Archivi digitali come la Wayback Machine ti permettono di vedere come il dominio è stato utilizzato in passato, se era attivo, abbandonato o collegato a contenuti discutibili. Conoscere la storia ti aiuta a decidere se vale la pena reclamare il dominio o se è meglio considerare alternative, e ti offre indizi preziosi su come approcciare il proprietario attuale.

          2. Determina se si tratta di squatting

          A volte può trattarsi di semplice coincidenza invece che di squatting. Ecco come valutare la situazione:

          • Se hai registrato il marchio o possiedi diritti consolidati, verifica se l’uso del dominio sospetto può confondere i clienti o danneggiare il tuo brand. Qualsiasi rischio di confusione è un segnale di allarme.
          • Valuta l’intento e l’uso del proprietario: Il dominio è pieno di pubblicità o messo in vendita a prezzo gonfiato? Limita la tua attività o reindirizza il traffico altrove?

          Se chi detiene il dominio non ha un interesse legittimo e sembra trattenerlo in “ostaggio”, è probabile che si tratti di un classico caso di domain squatting.

          3. Considera le opzioni

          Se hai verificato un caso di cybersquatting, ci sono diverse strade che puoi seguire. La scelta giusta dipende dal tuo budget, dai tempi e dal livello di aggressività con cui vuoi recuperare il nome. Le opzioni sono:

          1. Negozia l’acquisto: Spesso la soluzione più semplice. Puoi usare un domain broker se vuoi mantenere l’anonimato o avere supporto nella negoziazione. Preparati a eventuali controfferte, soprattutto se il dominio è legato a un termine o brand di tendenza.
          2. Presenta un reclamo per domini gTLD (.com o .org.): Se il dominio viola chiaramente i tuoi diritti di marchio e risulta registrato in cattiva fede, puoi avviare una procedura UDRP (Uniform Domain-Name Dispute Resolution Policy) o URS (Uniform Rapid Suspension) tramite un provider accreditato ICANN (non direttamente con ICANN).
          3. Presenta un reclamo per ccTLD italiani (.it): rivolgitii al Registro .it o alla Camera Arbitrale di Milano.

          I reclami sono procedure più rapide e meno costose rispetto a una causa civile, ma richiedono prove chiare: possesso del marchio, nessun interesse legittimo da parte del sospetto squatter e registrazione/uso in cattiva fede.

          1. Azione legale: Se ci sono danni economici, può essere necessario ricorrere al tribunale, per cui avrai bisogno di un avvocato. Questa strada è la più complessa e costosa, ma talvolta necessaria per recuperare un dominio e tutelare il tuo brand.

          Proteggi il tuo marchio dal domain squatting

          Ormai abbiamo reso chiaro che assicurarsi il dominio giusto e la sua sicurezza è una priorità assoluta, e va fatto subito. Il tuo dominio è un tassello fondamentale per il successo a lungo termine della tua attività. Scegliere il nome giusto richiede creatività, strategia e un minimo di conoscenze legali. Più presto lo metti in sicurezza, più sarai libero di far crescere il tuo brand senza sorprese.

          Quando sei pronto a registrare il tuo dominio, creare il sito e pubblicarlo rapidamente, SiteGround rende tutto semplice. Con una registrazione dei domini sicura, un hosting affidabile e strumenti intuitivi per costruire il tuo sito, SiteGround ti offre tutto ciò che ti serve per partire e distinguerti online.

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          Noel Nuccioni

          Content Writer

          Se non sta rincorrendo la frase perfetta, si sta probabilmente dedicando alle sue attività preferite: il viaggio e il cibo (preparazione e consumo). Ama imparare cose nuove - la piu recente è la programmazione - e passare il tempo all’aperto.

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