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Professione Blogger: idee concrete per monetizzare il tuo blog

Hai mai desiderato diventare un blogger di professione? La figura del blogger è cambiata radicalmente negli anni. Oggi guadagnare con un blog è più complesso di un tempo, ma comunque possibile. Molte persone che hanno fatto del blogging la loro professione e vogliamo condividere con te idee e consigli concreti per permettere anche a te di metterti in gioco!

Per la seconda volta la nostra ospite è Barbara Damiano, blogger professionista con milioni di visite, esperta di content marketing, SEO e native advertising e co-fondatrice di NexNova. Partendo dalla sua esperienza di blogger, Barbara ci racconta l’evoluzione di questo lavoro e di come renderlo produttivo oggi.

Sfoglia o scarica la presentazione di Barbara Damiano 👇

Professione Blogger: idee concrete e realizzabili per monetizzare i blog oggi from SiteGround.com

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Come sempre vi chiedo di commentare il webinar, in modo da avere un feedback su come è andato e su come vorreste che fossero i prossimi. Sentitevi liberi di dare suggerimenti e di richiedere gli argomenti futuri che vorreste fossero affrontati. Consiglio di dare uno sguardo anche agli altri nostri webinar e seguirci sul canale YouTube di SiteGround Italia.

Nota: come al solito eravate tantissimi e non siamo riusciti a  rispondere a tutti in diretta. Abbiamo girato le domande a Barbara e qui di seguito trovate le sue risposte.

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Come consigli di cominciare per costruire credibilità e reputazione per il proprio blog?

Dalle competenze, perché credibilità e reputazione di un blog partono dall’autorevolezza di chi lo scrive. Il mio consiglio è scrivere solo ciò che conosciamo e, nel frattempo, accrescere le proprie competenze studiando ancora, sempre, ovunque. 

Non solo nelle scuole ‘tradizionali’, ma anche semplicemente cercando risorse su Google e leggendo libri di settore. 

Ricordatevi che tante delle migliore risorse online sono internazionali, dunque, se volete lavorare online, imparate l’inglese! 

Non ci sono più scuse per non impararlo: basta guardare i video sottotitolati (per esempio i TED, che ispirano e istruiscono!), leggere articoli e giornali in inglese e soprattutto… i blog!

Non dimentichiamo inoltre che uno dei tantissimi parametri di Google per il posizionamento è proprio l’authority: chi sei tu per dirmi questo? Cosa hai studiato? 

Per esempio ad Agosto 2018 Google ha lanciato un aggiornamento dell’algoritmo (broad core algorithm update), rinominato da tutti ‘medical update’: per farla breve, questo aggiornamento ha penalizzato tutti quei siti che – pur non avendone le competenze tecniche e scientifiche – parlavano di medicina, benessere, salute, gravidanza, ecc… 

Non dimenticate dunque di elencare nella pagina about le vostre qualifiche, le vostre skill e soft skill, le pubblicazioni, i link, le interviste…

E aggiungete sempre una short bio nella author page! 

Quindi, per riassumere, i miei consigli per aumentare la vostra autorevolezza:

  • partire da ciò che conoscete, di cui siete esperti e di cui siete titolati a parlare
  • continuare ad imparare, secondo il concetto di longlife education (rif. Jacques Delors, educazione permanente)
  • scrivere un blog verticale, ovvero dedicato a un topic specifico
  • scrivere almeno 100 articoli: non è un numero ‘obbligatorio’, né indispensabile, ma è una soglia psicologica che fa capire a voi e agli altri che avete tanto da dire sull’argomento
  • attivare una community verticale interessata all’argomento: è la community infatti che vi ‘elegge’ esperti in un certo settore
  • offrire dei guest post su siti specializzati: mi raccomando, i guest post sono i vostri articoli migliori – il vostro biglietto da visita!
  • attivare collaborazioni come articolisti (anche pagati ‘poco’) su riviste online specializzate, per ‘sfruttare’ la loro popolarità per accrescere la vostra, essere riconosciuti, ma anche far associare a Google il vostro nome come autorevole in quel settore
  • creare sul blog dei post collection, tipo: ‘10 migliori idee per’… dove riassumete e linkate i vostri articoli precedenti, per riportare in auge i post più vecchi e fare crosslinking
  • creare sul blog delle landing page in cui scrivete un contenuto lungo e approfondito su un determinato tema, aggiungendo magari un PDF scaricabile o dei freebies, un video, delle infografiche

Personal blog o corporate blog: da quale consigli di partire?

Dipende: hai un’azienda? 

Dipende anche da cosa intendiamo per blog personale: se il blog è un diario personale, uno sfogo o un racconto di vita, benissimo, ma difficilmente sarà monetizzabile. A meno che non siate Zero Calcare o Fredrik Backman. 

Se avete una P IVA, secondo me il blog deve raccogliere:

  • la vostra bio, cv e competenze
  • le pagine con i servizi
  • un blog in cui parlate del vostro modo di lavorare, in modo indiretto. 

Per esempio, io mi occupo di native adv, quindi per motivi di autorevolezza e posizionamento scrivo articoli tipo: Come segnalare contenuti sponsorizzati.
Se mi cerchi con questa long tail kw (con anonymizer) sono in prima posizione su Google, in uno snippet, con il mio blog dedicato proprio alla Professione Blogger

Perché scrivere un articolo come questo?
Perché indirettamente mi fa collocare come ‘esperta del tema’, quindi racconta il mio modo di lavorare. È come se quel post arricchisse il mio portfolio. 

In aggiunta, parla dei miei valori (quindi entra – appunto – nella sfera ‘personale’), perché dice come lavoro, cosa penso e quali sono i miei principi etici. 

Insomma: mette insieme le buone pratiche del blog personale, con quelle del blog corporate. 

Questa è una long tail kw abbastanza specifica, per addetti ai lavori: uno dei miei obiettivi dunque potrebbe essere quello di farmi trovare da chi vuole una consulenza sul tema = monetizzazione. 

Chiaramente, essendo una kw specifica, è stato più semplice posizionarmi (anche se sono propri sopra a Google Support – LOL). 

Con la kw secca ‘trasparenza pubblicitaria’ sono in seconda pagina con un post scritto per terzi:

Quindi uno dei miei obiettivi dunque potrebbe essere quello di far sapere a Google che alcuni clienti mi riconoscono autorevole sull’argomento, pagandomi per scriverne. 

(La verità è che questo tema mi piaceva molto e l’ho usato per fare un esempio. Che ridere). 

Quindi, per riassumere: metti insieme personal e corporate, valori e competenze. 

Quando ti appresti a scrivere un nuovo articolo, cerchi di scrivere sempre di più rispetto al primo risultato su Google? Il range di 10.000 da te citato sono parole o battute?

Il primo parametro da tenere in considerazione, quando si parla di qualità di un contenuto è: qual è la domanda?

Individuate il topic principale. Nella SEO moderna non parliamo più di kw, ma piuttosto di topic, perché Google, da Hummingbird in poi (circa 2013), è diventato un motore di ricerca semantico, quindi apprezza il linguaggio delle persone umane, non quello iper ottimizzato dei plugin SEO. 

Quindi non si può decidere a priori la lunghezza di un contenuto: alcune domande hanno risposte brevi. 

L’importante è che voi non scriviate SOLO risposte brevi, in particolare quelle che Google disincentiva ormai da anni, proponendo la risposta non solo nella SERP, ma addirittura in Google Suggest, mentre digitiamo la query nel browser: 

Tutte quelle domande tipo: conversioni metriche, che giorno è, che ora è, ecc… non hanno dignità di post. 

Alcune domande, invece, presuppongono risposte lunghe e dettagliate (come queste!). Se la domanda è: Come educare figli felici? Potrei mai rispondere in 500 battute?

Non credo mi basterebbero 10mila… parole!

Quindi la lunghezza del contenuto dipende:

  • dalla domanda
  • dal nostro livello di conoscenza
  • da quante cose effettivamente ci sono da dire sull’argomento

Se i miei competitor scrivono un articolo con 10 ricette che costano meno di 5 euro, io scrivo un post con: 100 ricette che costano meno di 3 euro

Un po’ è autolesionismo, un po’ è passione, un po’ è velocità (oh, sono 12 anni che scrivo articoli tutti i santi giorni: qualcosa avrò velocizzato), un po’ è competizione. 

Voi scegliete in base alle vostre qualità personali, ma, prima di pigiare il tasto ‘pubblica’, chiedetevi sempre: Se io cercassi una risposta a questa domanda, leggerei questo articolo con piacere, o non lo troverei sufficiente? 

Poi, vabbè, i compromessi sono all’ordine del giorno: ho scritto un sacco di post di cui mi vergogno. Un tempo c’era più foga sulla quantità, oltre che sulla qualità. 

Oggi preferisco pubblicare meno, ma meglio.

Se si apre un blog da zero, consigli di lavorare più sulla SEO o sull’ADV Facebook?

Se si apre un blog da zero, la risposta corretta è che bisogna lavorare su tutto: naming, brand identity, design, velocità, mobile first, tassonomia e soprattutto individuazione della propria nicchia e del piano editoriale.

Facciamo finta che questo sia già stato fatto. 

SEO e ADV sono complementari gli uni agli altri. 

Per me scrivere contenuti SEO è imprescindibile, nella misura in cui – come dicevo – definisco la SEO come ‘le buone pratiche per scrivere sul web’. A tal proposito, come compito vi do da leggere tutto il blog di Luisa Carrada: Il mestiere di scrivere

Quindi con le visite organiche si viene comunque trovati. 

Ma. Ma i social sono un parte fondamentale del nostro lavoro, oggi: avere una community solida, partecipante e ingaggiata è importante. 

Quindi l’ADV su FB, IG, ecc… è utile nella misura in cui, analizzando bene le performance delle promo e installando quindi il pixel di monitoraggio, raggiungete le persone veramente interessate: a quel punto aumentate i follower, veicolate traffico sul sito, Google se ne accorge, vi premia facendovi salire nelle SERP e vissero tutti felici e contenti. 

(Sì, è un po’ più complesso di così).

È possibile monetizzare partendo dalle email?

Le liste di email sono uno dei funnel per eccellenza. Che siano liste di email o newsletter, sono molto monetizzabili. 

Ma così da sole? Senza un blog?
E la gente come ti troverebbe?
Si dovrebbe iscrivere al buio?

In ogni caso, qualunque newsletter è, come accennavo, un prodotto editoriale vero e proprio. Vi ho parlato, in video, di due newsletter totalmente diverse tra loro, ugualmente amabili: la newsletter giornalistica di Francesco Costa, la newsletter oserei dire ‘surrealista’ di Pietro Minto ‘Link molto belli’

Cos’hanno in comune? Un progetto editoriale vero e proprio. 

Come monetizzano? Con le subscription a pagamento, per chi vuole qualche bonus extra o vuole sostenere il progetto. 

Altre monetizzazioni possibili con newsletter molto molto targettizzate e popolate: 

  • vendita di newsletter sponsorizzate
  • inserimento di prodotti sponsorizzati o recensioni
  • affiliazioni
  • lead

Quale piattaforma per la gestione di liste email consigli se si vogliono vendere prodotti a queste liste di contatti?

Esistono moltissime piattaforme per gestire in modo LEGALE le liste di email. 

Io uso Mailchimp, ma sento parlare bene anche di MailerLite.

Confesso: non ho una newsletter. Ce l’avevo e l’ho chiusa, perché non avevo un progetto editoriale sufficientemente forte per creare una bella newsletter. 

Consiglio la lettura di questo post della mia collega Raffaella Caso: 6 motivi per avere (subito) una lista email, evidentemente più preparata di me sull’argomento. 

Ho un blog di consigli per vacanze in barca a vela. Ha un buon traffico organico ma per concretizzare un piano editoriale e dunque eventuali strategie verticali, su cosa dovrei puntare, se non vendo nulla in particolare? 

Intanto: è necessario monetizzarlo?
Non per banalizzare, ma possiamo anche decidere che il blog lo curiamo per passione e non con l’idea di farci per forza dei soldi. 

Sulle strategie di verticalizzazione e monetizzazione, facciamo finta che io possa dare suggerimenti a scatola chiusa: 

  • vacanze in barca vela + scuola di vela per adolescenti
  • vacanze in barca vela per sole donne / gruppi di amiche / addio al nubilato
  • vacanze in barca vela per viaggio di nozze di coppia
  • viaggi in barca a vela per scrittori che devono terminare le bozze di un libro
  • vacanze in barca vela come digital detox

Insomma, la vera domanda è sempre la stessa: chi sei, cosa fai, cosa sai fare e cosa ti piacerebbe fare.

Cosa usi per creare i podcast? YouTube può essere utile in alternativa?

Io personalmente registro l’audio con un microfono semplicissimo costato su Amazon circa 30 eur e con il software Audacity, con cui posso anche fare dei tagli.
Ma io non li faccio mai, perché sono più per il ‘buona la prima’. 

Dopodiché carico i file mp4 su una piattaforma hosting specifica per podcast, che si chiama Buzzsprout, la quale li riversa in automatico su Spotify. 

Se voglio caricarli sul blog, allora uso la funzione ‘embed’ di Buzzsprout.

YouTube è sempre una buona idea, alle condizioni di cui sopra: se abbiamo qualcosa da dire, ne abbiamo le competenze, siamo interessanti. 

Il vantaggio è che con YT la monetizzazione è incorporata (da una certa soglia in su). 

Se però credete che fare lo Youtuber sia semplice, torniamo al discorso di quelli che dicono che il lavoro di Chiara Ferragni è ‘solo fare due foto’: fatevi due foto e ditemi l’engagement rate che avete 🙂

Si può guadagnare, con un gruppo di promozione turistico Facebook di 10.000 iscritti?

Certo. C’è gente che guadagna anche con i video MUKBANG: chi sono io per dirti di non guadagnare da un gruppo FB? 😉

Facebook tra l’altro ha annunciato che a breve – non so quanto breve – implementerà una nuova funzionalità per creare gruppi a pagamento. 

La domanda che però ti pongo è: questo obiettivo era esplicitato, quando le persone si sono iscritte al gruppo? 

Parlando di etica e anche di cura della community, cambiare le regole del gioco a metà percorso potrebbe non essere semplice, né gradito da tutti. 

La cosa più semplice e più furba mi sembra questa: 

  • utilizzare link affiliati (leggi il regolamento FB) accuratamente segnalati
  • creare delle partnership con agenzie viaggio o guide locals, per offrire viaggi e itinerari a prezzi agevolati, in cui tu hai una fee
  • vendere a pagamento (su piattaforma esterna) delle guide turistiche o itinerari di viaggio

Un blog da abbinare all’attività di fotografo che argomenti dovrebbe affrontare?

Dipende dalla tua specialità. Tanto per farti un esempio, nel 2019 ho curato il blog di una bravissima fotografa newborn e maternity, Roberta Garofalo, e scrivevo diversi tipi di articoli: 

  • articoli per posizionamento geografico
  • articoli per servizi: newborn, maternity, smash…
  • articoli stagionali: regali di Natale, primo compleanno
  • stampe fine art
  • ecc

Trova il tuo tono di voce: io prendevo articoli scritti di getto da lei, emozionali e appassionati, e li sistemavo in modo da conciliare esigenze SEO con la sua purissima e reale passione per il suo lavoro. 

Pensa a chi ti deve leggere, quindi al tuo cliente ideale: conosce già il valore di una fotografia professionale fine art, oppure è ancora all’inizio del funnel e pensa di potersi fare un servizio newborn in casa?

Nel primo caso, scrivi un articolo in cui parli delle tue tecniche e dei motivi per sceglierti; nel secondo caso un articolo su ‘come fotografare i neonati’. E così via. 

Tutto parte sempre dall’analisi del tuo cliente ideale, comunque. 

Yoast SEO, secondo te è uno strumento valido? È opportuno seguire tutte le indicazioni che suggerisce o basta scrivere un buon testo?

Non voglio offendere nessuno, ma io non lo amo. Opinione strettamente personale e non scientifica!

Non lo amo per due motivi: 

  • perché non ha proprietà semantiche – a differenza di Google – quindi chi lo usa male tende a sovra ottimizzare i testi, con significative penalizzazioni
  • perché le persone meno esperte si fissano sul semaforo e magari finisce che scrivono ‘come dimagrire nella pancia’, invece che scrivere per gli umani 

Io preferisco All In One SEO Pack, anche se mi dicono essere un po’ da boomer.

Ma, come ho già detto, in realtà lo uso per altro e non per ottimizzare i contenuti. 

Io prediligo la SEO On Page: ottimizzo direttamente il contenuto. 

Ci metto meno tempo e vado al sodo, perché la vita è troppo breve e io ho una certa età. 

Però non imitatemi: io sono quella che vostra nonna definirebbe ‘una cattiva compagnia’. 

Barbara fai anche consulenze private?

Certo. In base a ciò che vi serve, mi trovate su:

… e sono sicura che, se cercate bene su Google, mi trovate anche lì. 😉

Grazie infinite a tutti: per me è stato davvero edificante poter raccontare il mio lavoro e spero che le mie parole vi siano servite essenzialmente a due cose: amare il web e le persone che lo popolano. 

Possiamo rendere Internet un posto migliore: passo la palla anche a voi!

Luca Rodino

Partners & Affiliates Program Manager

Luca gestisce le partnership e il programma affiliati in SiteGround, oltre ad essere in prima linea nello sviluppo dei servizi per il mercato italiano. Lavora nel mondo del web da oltre 10 anni come manager d'azienda e consulente per la trasformazione digitale, sviluppando relazioni con brand e persone in tutto il mondo. Amante della natura, dei viaggi e del caffè. Appena può, Luca si avventura in posti esotici, preferibilmente in mezzo al nulla… anche se è difficile trovare un buon Espresso lì.

Webinar

Commenti ( 3 )

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Manuela

Oct 16, 2020

Come vola il tempo in vostra compagnia! Sentimenti di ammirazione e ispirazione. Grazie!

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Luca Rodino Il Team di SiteGround

Oct 16, 2020

Grazie mille Manuela, siamo felicissimi di poter essere di ispirazione e aiuto :)

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Cinzia

Oct 16, 2020

Grazie mille! I vostri webinar sono sempre "illuminanti"!

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