Che tipo di post rende di più su Facebook, video oppure foto? Se video, che durata massima consiglieresti?
Il video ha la più grande forza distributiva, gli utenti spesso lo prediligono, ed è un contenuto “smart”, in quanto in grado di produrre audience di tracciamento, da cui è possibile generare campagne di retargeting.
Semplificando ed escludendo eccezioni valide per particolari settori, il video funziona meglio quando dura meno di 15 secondi, è FACEBOOK stesso che lo consiglia. Come proporzioni di solito uso il 4:5, che spesso è adattabile anche al posizionamento stories (a cui però – se possibile – è sempre meglio dedicare un ritaglio ad hoc, di 9:16).
È meglio una campagna più breve in durata ma più alta per budget giornaliero o il contrario? Ad esempio: meglio 5 euro per 15 giorni o 3 per 30 giorni?
Dipende da qual è l’obiettivo. Se si deve testare, meglio mettere più budget concentrato, così da far girare di più le inserzioni e dare più risorse per l’apprendimento iniziale dei gruppi di inserzioni. In generale però valutiamo in un’ottica più ampia e “always on” le nostre campagne, chiedendoci anche cosa verrà dopo i 15 giorni.
Per un Brand che vende in più Paesi europei, consigli una campagna per ogni Paese?
Dipende da molti fattori, primo fra tutti il budget a disposizione, da tarare a seconda dei CPM e CPC medi dei diversi paesi.
Al netto di questo però, il tema linguistico è fondamentale: se come spesso accade è difficile avere a disposizione creatività e landing page in diverse lingue, è consigliabile far girare campagne in inglese principalmente nei paesi dove siamo sicuri che questa lingua è ampiamente intesa e parlata (es. Germania, Nord Europa, Paesi Bassi, ecc). Con queste premesse far girare campagne “unitarie” in sola lingua inglese può funzionare.
Ha senso fare ads su Facebook e Instagram quando si ha bassa disponibilità di prodotto? Esempio: Bed and Breakfast che ha al massimo 4 camere.
Può aver senso diversificare a seconda dei periodi, ma in linea di massima consiglierei di lavorare più in alto a livello di funnel, cercando di attirare molti prospects, se possibile anche raccogliendo contatti e anagrafiche di valore. Così facendo si possono poi fidelizzare tramite newsletter e/o attivare in seguito tramite remarketing o offerte ad hoc. Così da avere sempre dei pubblici da attivare alla bisogna.
Come si può sfruttare le pubblicità sui social per ripagare i costi del sito senza vendere prodotti?
Dipende dal modello di business. Senz’altro è possibile ma si entra nello specifico del mondo dell’Affiliate Marketing. Online ci sono moltissime risorse interessanti su questo modello in cui però è centrale essere precisi su margini e guadagni. Puoi dare uno sguardo al Programma Affiliati di SiteGround per farti un idea più precisa.
In caso di malfunzionamento tecnico della campagna pubblicitaria, c’è da parte di Instagram/FaceBook un’assistenza clienti vera (fatta da persone fisiche) o ci sono solo bot e risposte automatiche?
C’è ma è sempre più nascosta, oppure puoi avere canali riservati se entri in uno dei programmi di partnership per agenzie. Se hai già fatto campagne, dovrebbe essere possibile accedere ad una chat via messenger con un utente tramite questo link (attenzione però, l’interfaccia cambia con grande frequenza).
Per fare una campagna di Lead Generation è fondamentale collegare il PIXEL sul sito?
Non è fondamentale, specie se il nostro sito non ha altre sostanziose fonti di traffico. In quel caso si può procedere con il modulo di contatti “nativo” della piattaforma.
Detto questo però, il Pixel è il vero super potere di FACEBOOK, e quindi è sconsigliabile non tenerlo in considerazione, specie per strategie di medio-lungo periodo. In prospettiva meglio sempre lavorare su un proprio sito/landing page proprietario, su cui tracciare le principali azioni degli utenti.
Che differenza c’è tra Average Post Reach e Average Organic Reach?
Sono metriche isolate dal report di We Are Social. La differenza è che la prima si concentra sulle performance dei singoli post, mentre la seconda su quelle della pagina nella sua interezza.
Il pubblico di una campagna TOFU può essere lo stesso di una MOFU?
Tendenzialmente no, già nella fase MOFU il senso è quello di iniziare il remarketing, targetizzando tutti coloro che hanno interagito con i contenuti TOFU, rivolti invece esclusivamente su pubblici ampi e che non conoscono il brand.
Esistono plugin di eCommerce in grado di collegarsi con Facebook. Conviene farlo? Ci sono limiti particolari?
Ce ne sono decine e decine, e nella maggior parte dei casi conviene, anzi per alcuni è proprio incoraggiato da FACEBOOK in fase di installazione del Pixel.
Plugin buoni possono aiutare ad avere tracciamenti corretti, feed prodotti ben strutturati per il catalogo, ecc…
Quando parli di prezzo basso dei prodotti cosa intendi? Vedo molti prodotti a prezzi davvero irrisori in sponsorizzazione. Quale può essere secondo te un margini giusto minimo sia in % che a livello di €.
Allargo la prospettiva rispetto a quanto detto nel Q&A e rispetto al margine sul singolo prodotto: la chiave è il cosiddetto LTV (customer lifetime value), ossia il valore che un utente ha per noi nell’intero arco del suo rapporto con il nostro brand.
Se sono in grado di calcolare quanto vale un cliente acquisito, rispetto agli acquisti che fa in media nella vita futura dopo averlo fidelizzato, diventa conveniente anche coinvolgerlo con sponsorizzazioni non immediatamente profittevoli.
E’ rispetto a questo valore che ha senso calcolare un costo di acquisizione sostenibile, e all’opposto margini validi.
Più che valori % o in €, che variano moltissimo da settore a settore, è su questa metrica che ha senso valutare il margine di guadagno futuro.
Come si può targetizzare un pubblico che su Facebook non compare in nessun modo, nemmeno per similitudine?
Mi viene difficile immaginare che non ci sia un modo, anche indiretto o “incrociato”, di targetizzare un pubblico, però se non ci fosse, la sola cosa che si può fare è quella di costruire creatività estremamente mirate per il proprio target.
Contenuti che in ogni scelta linguistica e visiva siano fatte per parlare esclusivamente alla nicchia che ci interessa colpire, che puntino ad escludere dalla comprensione chiunque non sia in target.
Una volta che abbiamo inserzioni così strutturate, proviamo a puntare su pubblici ampi e affidarci alla potenza distributiva della piattaforma per il resto.
Il mio target è dai 65 anni in su. Secondo la tua esperienza, ha senso investire e quanto per avere un ritorno?
Dipende dal tipo di prodotto/servizio, dal tipo di interazione richiesta, ecc…. Il mio consiglio è di testare, testare, testare, perché il target 65+ è costantemente in crescita; magari con un particolare occhio di riguardo alle creatività, con un linguaggio semplice e un visual estremamente facile da decodificare.
Quando si fanno campagne per portare persone verso un sito, che costo per visita hai in media? È normale che arrivino molti click con un bounce rate alto?
Premesso che la metrica base da monitorare per un sito tracciato è almeno il PageView e non il semplice CPC (dato che molti clic comunque non arrivano a destinazione), i costi possono variare moltissimo: possono andare da 0,02€ a 0,30€, ma anche qui dipende da troppi fattori, prima fra tutti la fase del funnel in cui ti trovi.
Sul bounce rate stesso discorso, anche se ovviamente incidono su quello anche le caratteristiche UX del sito.
Ha senso utilizzare l’espansione della targetizzazione dettagliata?
Sì, secondo me sì, è uno strumento per affidarsi ancora di più alla forza distributiva della piattaforma.
Qual’è il budget minimo mensile da sottoporre ad un cliente per una campagna regionale (senza contare il costo del professionista)? Ad esempio: Veneto – Settore infissi.
Direi almeno 20€ al giorno, dati i costi attuali.
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