GDPR
Come gestite correttamente il GDPR con MailChimp? È difficilissimo creare un Form MailChimp con la funzione sulla GDPR integrata. Avevo provato con HubSpot ma né io né i tecnici siamo stati in grado di far arrivare i parametri che MailChimp richiede per la GDPR.
Premessa: la funzionalità “GDPR” di Mailchimp non è altro che un modo veloce di gestire le informazioni relative ai permessi di trattamento dei dati, ma attivarla su una audience non è di per sé garanzia di “essere in regola” né di “gestire correttamente”. La base giuridica “consenso” sussiste quando:
- Informiamo le persone in modo chiaro sul trattamento dei loro dati, e, se ci sono tipi diversi di trattamento, consentiamo di dare il consenso in modo distinto per ciascuno di questi
- Il consenso è documentabile e revocabile.
Se si attivano le funzionalità GDPR su una audience Mailchimp, i moduli di iscrizione / aggiornamento dati e le landing page prodotti all’interno di Mailchimp integrano nativamente i campi necessari per il consenso; in ogni caso, si tratta di dati modificabili via API e/o attraverso una import ben configurata.
Quanto al collegamento fra le piattaforme terze come Hubspot e Mailchimp, bisogna capire come queste interagiscono e quali chiamate alle API vengono fatte; se la cosa si dovesse rivelare troppo ostica, si può comunque raccogliere e documentare il consenso senza attivare le funzionalità GDPR di Mailchimp, purché siano rispettate le condizioni dette sopra.
Per inviare le newsletter utilizzo Jetpack, ma non c’è la possibilità di informare gli utenti sulla GDPR, come risolvo?
Forse Jetpack non è (più) lo strumento giusto per inviare newsletter, ed è meglio passare a un mailer che consenta di distribuire i contenuti del sito e anche di gestire correttamente il consenso.
Ho un sito ecommerce di abbigliamento, nel momento in cui i clienti ordinano un capo, inseriscono la loro email. Potrei avere il loro consenso scrivendo semplicemente una email dicendo che i loro dati verranno trattati per ricevere promo?
La relazione cliente/fornitore è già di per sé una base giuridica valida per il trattamento dei dati a fini di marketing, purché questo rientri nelle ragionevoli aspettative dei clienti e questi possano disiscriversi. Come spiegato durante il webinar, meglio evitare di cominciare da zero a inviare mail promozionali a clienti inattivi da tempo, perché anche il consenso dato esplicitamente si considera “non eterno” (tanto che molte piattaforme, se abbiamo tenuto inattiva una lista per più di 6 mesi, ci chiedono di far rinnovare l’iscrizione).
Plugin e piattaforme
- Quale plugin potrei utilizzare per fare email marketing e per creare DEM?
- Io uso Sendiblue ma il plugin crea dei problemi al mio sito creato con WordPress. Come lo risolvo ?
- Quale consigliate come gestore newsletter per un sito WordPress? E invece per Prestashop?
- Cosa ne pensi di Flodesk?
Vorrei dare una risposta unica a tutte queste domande: di piattaforme per creare newsletter e demo ce ne sono migliaia, alcune più diffuse (Mailchimp ha il 60% di share of market) altre più di nicchia; io, oltre a conoscere molto bene Mailchimp, ne ho provate altre (ActiveCampaign, MailUp, Klavijo, Mailerlite, VoxMail per citare le prime che mi vengono in mente), ma il mio mestiere non è recensire piattaforme, quanto aiutare i clienti a definire la strategia e portarla avanti nel modo migliore, a prescindere dalla piattaforma. Flodesk non la conosco, quindi non posso dare giudizi.
Stesso discorso per i plugin che servono a integrare piattaforme e siti web o ecommerce: probabilmente ne esistono decine di migliaia, sia prodotti dai mailer, sia dagli sviluppatori dei CMS ed ecommerce, sia da terze parti, e poi esiste sempre l’opzione di far sviluppare delle integrazioni custom-made che fanno chiamate alle API dei mailer, e a volte è la soluzione migliore (anche se ovviamente richiede competenze di programmazione che non sempre sono alla portata dei progetti piccoli).
Strategia
Qual è la migliore strategia per creare una mailing list? Ovvero, come presentare ai visitatori l’invito all’azione nei modi più efficaci su un blog?
Dipende 🙂
Una volta che abbiamo definito chi vogliamo invitare nella mailing list e la reason why, il vantaggio che queste persone avranno sia nel momento in cui entrano in lista (contenuti di benvenuto, sconti, omaggi) sia nelle fasi successive (che tipo di messaggi riceveranno, con quale frequenza), dobbiamo “solo”… farglielo sapere, cioè spiegarglielo bene e nel/nei momento/i più opportuno/i.
Banche dati
Esistono dei servizi che potete consigliare di acquisto banche dati di pubblico profilato a cui poter inviare dem?
Esistono servizi che consentono di inviare DEM a indirizzi profilati: non ti consegnano quegli indirizzi, ma mandano loro la DEM che hai preparato. Io in genere consiglio di valutare con moltissima attenzione sia la serietà dell’azienda, sia la reale efficacia di questo genere di campagne, perché l’email marketing non è il mezzo migliore per un “contatto a freddo”.
Io vorrei sapere quali garanzie abbiamo che i nostri indirizzi email non vengano venduti ad altri.
Premesso che vendere dati e indirizzi è un reato, quindi chi ha intenzione di commetterlo non lo scrive certo nell’informativa, dobbiamo fare attenzione ai soggetti a cui lasciamo i nostri dati e fare quella fatica in più di leggere con attenzione le clausole delle informative e i tipi di trattamenti a cui diamo il consenso. E anche curare la sicurezza delle nostre password e dei nostri dispositivi, per evitare intrusioni e furti di dati.
Un database email regolarmente acquistato da regolare societá USA come viene visto? (solo email no altri dati come nome, età, nome, etc.)
Non acquistate indirizzi email, sono soldi spesi male; anche se si tratta di indirizzi di aziende e non di singole persone, mandare messaggi “in bulk” a persone che non vi conoscono è percepito come un’intrusione fastidiosa; ci sono modi e canali migliori per il primo contatto.
Varie ed eventuali
Si dovrebbero disiscrivere o cancellare gli utenti dormienti?
Gli iscritti inattivi possono essere risollecitati, cercando di risvegliare il loro interesse; se questo non funziona, meglio disiscriverli per non fare abbassare inutilmente i tassi di apertura della lista.
A volte le nostre newsletter finiscono in “promozioni” (su Gmail) e i clienti non le leggono perché non aprono quella tab. Li considero inattivi?
I clienti non leggono le newsletter noiose o inutili; se una newsletter è utile, interessante, divertente, viene letta anche quando arriva nel tab “Promozioni”, che è il posto dove deve finire dato che non si tratta di un messaggio “personale”.
Se i tassi di apertura sono bassi, non diamo la colpa a Gmail, ma interroghiamoci se davvero scriviamo newsletter e DEM coi contenuti giusti, alle persone giuste, nei momenti giusti.
Come comportarsi per l’autenticazione del server di invio se la dem viene inviata da una concessionaria esterna?
Se “concessionaria esterna” è qualcuno che manda email a nome suo, si dovranno occupare loro di autenticare i server; se è un’agenzia, si suppone che mandi DEM e newsletter da un account di nostra proprietà, quindi dovremo essere noi a fare l’autenticazione.
Che tipo di email dovrei mandare per capire chi legge effettivamente le newsletter e chi invece sarebbe meglio cancellare?
L’analisi della audience, dei suoi bisogni e delle sue aspettative, per capire quali messaggi mandare, sarebbe da fare “prima”; e da rifare periodicamente, perché i progetti evolvono e anche le persone che li seguono.
La mail di riattivazione, tipicamente, è un messaggio con un oggetto diverso dal solito, e costruito in modo da catturare il più possibile l’attenzione di chi legge; questo è uno dei casi in cui può valere la pena di usare il nome (“ALESSANDRA, perché non mi leggi più?”), che, per quanto possa sembrare scontato, è sempre qualcosa che accende una lampadina in chi legge.
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